I portentosi effetti della madre natura, Venezia, Fenzo, 1752

Vignetta Frontespizio
 ATTO PRIMO
 
 SCENA PRIMA
 
 Campagna mista di collina e pianura, con una torre antica da un lato.
 
 CETRONELLA, RUSPOLINA, POPONCINO, CALIMONE, pastori e pastorelle, sparsi qua e là per la collina e per la pianura, guardando le loro gregge e i loro armenti al pascolo. La scena oscura denota maltempo, formandosi a poco a poco un temporale con tuoni, baleni e fulmini
 
 coro di pastori e pastorelle
 
    Giove collerico,
 trattieni i fulmini;
 armenti e pecore
 non spaventar.
 
5   Il cielo è torbido,
 i venti fremono,
 cessate, o pecore,
 di pascolar.
 
 Calimone
 Eh fermate, pastori, e non sì tosto
10perché oscurasi il sole e fischia il vento
 vogliate concepir sì gran spavento.
 Fermate pastorelle,
 non togliete le agnelle alla pastura,
 cantate di piacer, non di paura.
 
15   Al dolce pascolo
 le agnelle tenere
 nutrir si lascino
 senza tremar.
 
 Cetronella e Ruspolina
 
    D’amor si cantino
20le grazie amabili,
 d’amor che l’anime
 fa giubilar. (Tuona e balena)
 
 pastori e pastorelle
 
    Giove collerico,
 trattieni i fulmini,
25armenti e pecore
 non spaventar.
 
 Calimone
 
    Al dolce pascolo
 le agnelle tenere
 nutrir si lascino
30senza tremar. (Crescono i tuoni e baleni)
 
 pastori e pastorelle
 
    Il cielo è torbido,
 i venti fremono,
 cessate, o pecore,
 di pascolar. (Scoppia un tuono gagliardo; e tutti fuggono fuorché Calimone e Poponcino)
 
 SCENA II
 
 CALIMONE e POPONCINO
 
 Poponcino
35Ahimè!
 Calimone
                  Dove ten vai?
 Poponcino
                                             Fuggo a dritura,
 che mi sento morir dalla paura.
 Calimone
 Hai paura! Di che? Fermati, aspetta.
 Poponcino
 Tremo che non mi colga una saetta.
 Calimone
 Dove pensi celarti
40che non possa arrivarti il cielo irato?
 Quando Giove sdegnato
 vuol che un reo sia distrutto,
 con i fulmini suoi giunge per tutto.
 Poponcino
 Ma la natura insegna
45fuggir quando si può. Qui siam soggetti
 all’acqua, al vento, ai fulmini, ai baleni;
 potremo ritrarci
 dentro di quella torre e ripararci.
 Calimone
 Sai pur che colà dentro
50ad altri fuor che a me passar non lice.
 Poponcino
 Chi è mai quell’infelice
 che là dentro si chiude in quel serraglio,
 dove penetra il sol per un spiraglio?
 Calimone
 Io soltanto lo so, sol io lo vedo,
55io che il cibo gli reco
 e mi fermo talora a parlar seco.
 Poponcino
 Stupisce ognun che un uomo si rinchiuda
 con tanta gelosia
 né si possa saper chi diavol sia.
 Calimone
60Misera umanità! Senza sua colpa
 è quel meschino in prigionia venuto,
 per cagion d’un tiranno...
 Poponcino
                                                 Aiuto, aiuto. (Scopia un fulmine, il quale percote nella torre e ne precipita una parte. Poponcino atterritto fugge)
 
 SCENA III
 
 CALIMONE solo
 
 Calimone
 È stanco il ciel di tollerar l’ingiusta
 priggionia del meschino.
65Ecco il muro atterrato,
 ecco il carcere aperto e Celidoro,
 se colpito non l’ha qualche saetta,
 or or lo vedo comparirmi in fretta.
 Se vive ed esce fuori,
70vuol star fresco Ruggiero.
 Egli è cotanto fiero
 che sapere vorrà quel che finora
 gl’ho tenuto celato
 e vorrà senza dubbio il principato.
75Or di entrar non mi fido. Andar vogl’io
 ad avvisar del fato
 il principe Ruggiero, acciò creduto
 falsamente non sia
 liberato il prigion per opra mia.
80Vedrei pur volentieri i primi moti
 d’un che mai ha veduto
 né ciel né terra né persona al mondo
 fuori di me, sin dalle fasce chiuso
 e da ogni ben di questa vita escluso.
85Leggea sol qualche libro e allora quando
 sentia le donne mentovar, pareva
 rallegrato il suo cor dalla lettura,
 per opra della gran madre natura.
 
    Io non sapea parlar
90che principiava amar.
 Coll’uso di ragion
 crescea la mia passion
 e adesso in questa età
 mi mancano le forze
95ma non la volontà. (Parte)
 
 SCENA IV
 
 Boschetto delizioso coperto d’alberi, li quali intrecciandosi co’ loro rami difendono dal sole e talora ancor dalla pioggia.
 
 RUGGIERO in abito da cacciatore, LISAURA da cacciatrice, con seguito di cacciatori e servi
 
 Ruggiero
 Sposa, nel vostro volto
 il brio ritorni usato.
 Ecco Febo rischiara il ciel turbato.
 Lisaura
 Mai posseder mi lice
100un perfetto piacer. Godea le fiere
 cacciando, unita a voi, sposo diletto,
 ed un fiero timor mi assalse il petto.
 Ruggiero
 Lieve cagione è questa
 per cotanto tremar.
 Lisaura
                                      Altre ne chiudo
105più fatali nel seno.
 Ruggiero
                                     Invan cercate
 voi stessa tormentar; misero mondo
 se volesse ciascun qual voi solete
 sempre il male temer. Goder conviene
 di momento in momento il dolce, il bene.
 Lisaura
110Ah Ruggiero, qualora
 penso che un usurpato
 godiam noi principato,
 che in carcere innocente
 vive ancor Celidoro,
115chiuso colà dal vostro genitore,
 il rimorso m’assale ed il timore.
 Ruggiero
 Vano timor. Del padre mio non cerco
 l’arbitrio o la ragion. I suoi decreti
 venero, approvo e lodo;
120e de’ retaggi miei contento io godo.
 Lisaura
 Altra dal padre vostro
 funesta eredità goder vi piace.
 Ruggiero
 Di che mai favellate?
 Lisaura
                                         Di quel vostro
 facile vagheggiar or questa, or quella,
125di quel fare il vezzoso ad ogni bella.
 Ruggiero
 V’amo, Lisaura mia, ma con più forza
 amor per voi mi scalderebbe il petto,
 qualor senza sospetto
 credeste alla mia fede.
 Lisaura
130Non si può dubitar ciò che si vede.
 Ruggiero
 Scherzo talora, è vero,
 ma con amor sincero
 amo voi sola. A voi tutto riserbo
 con immutabil zelo
135il tenero amor mio.
 Lisaura
                                      Lo voglia il cielo.
 
 SCENA V
 
 RUSPOLINA e detti
 
 Ruspolina
 Povera me! L’agnella
 più vezzosa, più bella io l’ho perduta.
 Ruggiero
 (Qual bellezza gentil non più veduta?) (Rimane sorpreso vedendo Ruspolina)
 Lisaura
 (Eccolo già sorpreso). (Osservando Ruggiero)
 Ruggiero
                                           (Ah, ch’io mi sento
140accendere a drittura). (Guardando Ruspolina)
 Lisaura
 (Non può far resistenza alla natura). (Da sé)
 Ruspolina
 La pecora non trovo e pur dovrebbe
 essere qui d’intorno.
 Ruggiero
 (Che vago viso adorno!...
145Se Lisaura non fosse...)
 Ruspolina
                                             Riverisco. (A Ruggiero)
 Ruggiero
 Addio, giovine bella.
 Ruspolina
 Vo cercando un’agnella e non la trovo.
 Ruggiero
 Del vostro dispiacer, spiacere io provo.
 Lisaura
 Oh che tenero cor! (Con ironia)
 Ruggiero
                                      Voi lo sapete
150se ho il cor tenero o duro,
 se i sconsolati consolar proccuro.
 Lisaura
 Siete tenero assai, sì, lo confesso,
 spezialmente però con il bel sesso.
 Ruggiero
 Che stucchevole amor!
 Ruspolina
                                            Povera agnella!
155Dove, dove sarai?
 Ruggiero
 (Femmina più gentil non vidi mai).
 Chettatevi fanciulla,
 che il danno di un’agnella
 riparare si può.
 Lisaura
                                Sì, poverina! (A Ruggiero)
160Movetevi a pietà d’un’infelice.
 Ad un eroe non lice
 trascurar di soccorrere una bella.
 Supplite voi per la smarrita agnella.
 Ruspolina
 Brava. Avete sentito? (A Ruggiero)
165Se vi spiace vedermi
 pianger per il destin barbaro e crudo
 potete rimediar con uno scudo.
 Ruggiero
 Voi me lo consigliate? (A Lisaura)
 Lisaura
                                            Vi consiglio
 a far ciò che volete,
170giacché il vostro dover non conoscete.
 
    Se un barbaro costume
 vi toglie all’amor mio,
 lascio in balia del nume
 premiar l’infedeltà.
 
175   Tolgo l’odioso aspetto
 ai vostri ingrati lumi
 e in preda al nuovo affetto
 vi lascio in libertà. (Parte con alcuni del seguito)
 
 SCENA VI
 
 RUGGIERO e RUSPOLINA
 
 Ruggiero
 (Femmina sconsigliata,
180troppo vuol, nulla avrà).
 Ruspolina
                                              Quella signora
 è forse vostra sposa?
 Ruggiero
                                        È mia germana.
 (Finger conviene).
 Ruspolina
                                     Oh questa sì ch’è bella,
 è gelosa di voi vostra sorella?
 Ruggiero
 Ella per me risente
185tenero amor nel petto.
 Ruspolina
 Questo fra due fratelli è troppo affetto.
 Ruggiero
 È ver; per voi risento
 accendermi nel seno un miglior foco.
 Ruspolina
 Piano, signore, un poco;
190io non so chi voi siate,
 non intendo da me cosa vogliate.
 Ruggiero
 (Seguasi la finzion). Son io, mia bella,
 un cavalier del principe Ruggiero.
 V’amo, v’adoro e spero
195che a me siano pietosi i vostri rai.
 Ruspolina
 Oh padron mio, voi v’ingannate assai.
 Ruggiero
 Perché?
 Ruspolina
                  Perché un amante
 che mi parla d’amor all’improvviso
 non mi move a pietà, mi move al riso.
 Ruggiero
200(Scaltra è costei).
 Ruspolina
                                   Ma la smarita agnella
 ricercare vogl’io.
 Ruggiero
                                 Se non si trova
 di supplire m’impegno a onesti patti.
 Ruspolina
 Tutte belle parole e tristi fatti.
 Ruggiero
 Comandate, mia cara.
 Ruspolina
                                           Certamente
205s’io torno a casa senza l’agnellina,
 mia madre griderà.
 Ruggiero
                                       Che vi vorrebbe
 per porre all’ira della madre il freno?
 Ruspolina
 Vi vorrebbe uno scudo almeno, almeno.
 Ruggiero
 E se invece di quello
210le recaste un anello?
 Ruspolina
                                        Meglio assai.
 Sarebbe contentissima.
 Ruggiero
 Prendetelo, mia cara. (Le dà un anellino)
 Ruspolina
                                           Obbligatissima. (Lo prende)
 Ruggiero
 Or la perdita vostra è risarcita.
 Deh la perdita mia
215risarcita da voi fate che sia.
 Ruspolina
 Che perdeste, signore!
 Ruggiero
 Il povero mio core.
 Ruspolina
                                     Oh mi dispiace.
 Vi porterò domani,
 se non avrete il vostro cor nel petto,
220il core d’un agnello o d’un capretto.
 Ruggiero
 Cara, il vostro vogl’io.
 Ruspolina
                                          Oh perdonate.
 Il mio l’ho dato via.
 E non è robba per vusignoria.
 Ruggiero
 Orsù voglio da voi... (Accostandosi)
 Ruspolina
                                        Cosa volete?
225Meco, se nol sapete,
 gl’uomini di dir voglio non son usi
 e paura non ho di brutti musi.
 Ruggiero
 Ma prendeste l’anello...
 Ruspolina
                                             Se l’ho preso
 l’ho fatto per finezza
230e se volete ancora
 io ve lo renderò (ma non per ora).
 
    Vi vuol altro che un anello
 per il cor d’una fanciulla.
 Questa gioia non val nulla
235presso quella che più bella
 custodita serberò.
 
    Voi credete, mi intendete
 ma vi dico signor no. (Parte)
 
 SCENA VII
 
 RUGGIERO, cacciatori e servi
 
 Ruggiero
 Seguitela da lungi e il di lei tetto
240ditemi dove sia. (Parte un servo)
 Vincerò quell’orgoglio e sarà mia.
 Donna che doni accetta
 lungamente al pregar resiste invano
 ed ha facile il cor come la mano.
 
245   Se d’un tenero Cupido
 è quest’alma ai lacci avvezza,
 colpa è sol della bellezza
 che m’invita a sospirar.
 
    Né il mio cor si dica infido
250perché suol cambiar affetto.
 Anche amor di tetto in tetto
 la sua sede suol variar.
 
 SCENA VIII
 
 CELIDORO
 
 Celidoro
 Dove son! Dove vado? Ove m’aggiro?
 Sono libero alfine, alfin respiro.
255Questo ciel, questa terra e questo verde
 non l’ho veduto mai.
 Quel che mondo si chiama è bello assai.
 Giove m’ha fatto grazia
 di rompere la torre e fraccassarla.
260Quel vecchio disgraziato
 che mi tenea serrato, se lo trovo
 lo voglio stritollare...
 Ma è quello che mi porta da mangiare.
 Eh adesso da mia posta
265trovarmene saprò... Ma dove? E come?
 Non so dove mi sia
 e d’uscire trovar non so la via.
 
 SCENA IX
 
 CETRONELLA colla rocca e detto
 
 Cetronella
 
    Tornato è il sole, non tuona più;
 le pecorelle van su e giù.
 
270   Pascendo vanno di qua e di là,
 godendo vanno la libertà.
 
 Celidoro
 Qual voce! Qual incanto
 che mi penetra il cor!
 Cetronella
                                          Pascete agnelle
 con i vostri agnellini in compagnia.
275Consolatevi pur la notte e il dì,
 che anch’io quando potrò farò così.
 (Chi è colui che mi guarda attento e fiso?)
 Celidoro
 (Oh dei! Che vago viso!
 Che vezzosa beltà!
280Qualche nume sarà dal ciel calato).
 Cetronella
 (Agl’occhi miei non mi rassembra ingrato.
 Ma non l’ho più veduto).
 Celidoro
 Ah mio nume celeste... (Corre verso Cetronella)
 Cetronella
                                             Aiuto, aiuto. (Si ritira con timore)
 Celidoro
 Mirate a’ vostri piedi
285prostrato Celidoro;
 nume del ciel, la grazia vostra imploro.
 Cetronella
 (Prendo un po’ di corraggio). Ma, signore,
 io non sono una dea; sono una donna.
 Celidoro
 Donna voi? (S’alza con giubilo)
 Cetronella
                         Sì signore.
 Celidoro
290Ah me lo disse il core.
 Voi la metà preziosa
 siete dell’uom. Voi la gentil compagna,
 destinata da Giove a starci accanto.
 Aimè qual dolce incanto
295esce dagl’occhi vostri; ah, ch’io mi sento
 misto il cor di dolcezza e di tormento.
 Cetronella
 Che! Non avete mai
 altro viso di donna ancor veduto?
 Celidoro
 No, che m’hanno tenuto
300chiuso finor con barbara fierezza;
 oh che volto! Oh che labbro! Oh che bellezza!
 Cetronella
 Poverin! Che peccato!
 V’han tenuto serrato.
 Celidoro
                                         Ah non credea
 che si dessero al mondo
305in un viso mortal sì vaghi rai.
 Cetronella
 Ne vedrete di me più belle assai.
 Celidoro
 No, di veder non curo
 altra maggior beltà. Voi m’accendete
 e voi sola dovete
310in questo istesso loco
 porger qualche ristoro a tanto foco.
 Cetronella
 Che vorreste da me?
 Celidoro
                                         Non so. Mi sento
 sconosciuto desio per voi nel core.
 Sento che il nuovo ardore
315voi consolar potete;
 ma come non so dir; voi lo saprete.
 Cetronella
 Eh si vede che siete
 delle leggi, sinor, poco istruito.
 Sol tra moglie e marito
320è lecito, signore,
 accendere e smorzar del sen l’ardore.
 Celidoro
 Voi l’avete il marito?
 Cetronella
                                         Signor no.
 Celidoro
 Dunque io quello sarò...
 Cetronella
                                              Ma perdonate...
 Celidoro
 Son vostro, siete mia, non repplicate.
 Cetronella
325Eh non basta così.
 Celidoro
                                    Ditemi, presto,
 che cosa deggio fare?
 Cetronella
                                         Ai miei parenti
 domandar mi dovete.
 Celidoro
                                          Io non ho tempo
 di cercare i parenti e in questa cosa
 che si deve accordar fra voi e me
330d’altra gente bisogno ora non c’è.
 Cetronella
 Non va bene, vi dico.
 Celidoro
                                         Ah, ch’io pavento
 che non siate una donna. Io non ho letto
 che femmina gentil in verde etate
 si facesse pregar come voi fate.
335No che donna non siete... Eppur nel petto
 sento crescer l’affetto.
 Questa smania non so che cosa sia.
 Cetronella
 Sapete che cos’è?
 Celidoro
                                   Che?
 Cetronella
                                               Una pazzia.
 Celidoro
 Pazzo a me? Giuro al cielo!
340Farò veder s’io son amante o stolto...
 Ma perdono l’ingiuria a quel bel volto.
 Cetronella
 (Affé sono imbrogliata).
 
 SCENA X
 
 POPONCINO e detti
 
 Poponcino
 Cetronella, alla fin ti ho ritrovata.
 Cetronella
 (Deh vieni Poponcino). (A Poponcino)
 Celidoro
                                              Chi è costui? (A Cetronella)
 Cetronella
345È un pastor ch’io conosco...
 Celidoro
 Forse è vostro parente?
 Cetronella
                                             Signorsì.
 Poponcino
 (Parente?...) (Piano a Cetronella)
 Cetronella
                           (Taci. Convien dir così). (Piano a Poponcino)
 Celidoro
 Parente, vieni qui. (A Poponcino)
 Poponcino
                                      Cosa volete?
 Celidoro
 Io voglio in tua presenza
350sposar questa ragazza.
 Poponcino
                                           Non signore,
 è cosa mia codesta.
 Celidoro
 Ah giuro al ciel, ti spaccherò la testa. (Alza il bastone)
 Poponcino
 Ah Cetronella aita.
 Cetronella
 Chiedo per lui la vita.
 Celidoro
                                          Gliela dono.
355Ma se del nostro amor non fian contenti,
 tutti del mondo ucciderò i parenti.
 
 SCENA XI
 
 CALIMONE e detti
 
 Calimone
 Ah Celidoro mio...
 Celidoro
                                    Padre, costei
 è assai bella, mi piace; affé la voglio.
 Cetronella
 (Liberatemi voi da quest’imbroglio). (Piano a Calimone)
 Calimone
360La conoscete voi? (A Celidoro)
 Celidoro
                                    Sì, la conosco.
 È una donna.
 Calimone
                            Di donne
 affé ne vederete una tempesta.
 Celidoro
 Altre adesso non vedo e voglio questa.
 Poponcino
 (Eh Cetronella è andata).
 Cetronella
365(Povera me! Mi vedo disperata).
 Calimone
 Fidatevi di me. Voi l’averete;
 ma per ora dovete
 meco venir.
 Celidoro
                         Dove?
 Calimone
                                        Poiché la sorte
 vi pose in libertà, vogl’io narrarvi
370finalmente chi siete
 e qual parte nel mondo aver dovete.
 Celidoro
 Dite presto.
 Calimone
                         Parlar qui non si può.
 Celidoro
 Quella donna gentil non lascierò.
 Calimone
 Lasciatela; e prometo
375ch’ella vostra sarà.
 Celidoro
                                    Di voi mi fido.
 Ma giuro al ciel, badate,
 non vi rispetterò, se m’ingannate.
 
    Donna vi lascio il cor.
 Oimè! Che rio dolor!
380Chi mi sa dir cos’è
 questo, che provo in me,
 più non inteso ardor?
 
    Che amabile beltà. (A Cetronella)
 Padre pietà, pietà. (A Calimone)
385Parente disgraziato. (A Poponcino)
 Che disperato amor! (Parte con Calimone)
 
 SCENA XII
 
 CETRONELLA e POPONCINO
 
 Cetronella
 Oimè! Alfin se n’è andato.
 Poponcino
                                                  Cetronella
 tu sei graziosa e bella.
 T’avea donato il core
390ma con te non vogl’io più far l’amore.
 Cetronella
 Perché?
 Poponcino
                  Perché non senti?
 Colui vuole ammazzare i tuoi parenti.
 Se divengo tuo sposo
 la parentela è stretta.
395Ei fa della mia testa una polpetta.
 Cetronella
 Avrai cor di lasciarmi?
 Potrai abbandonarmi? Ah crudelaccio!
 Poponcino
 Io sono un poltronaccio.
 Amo la vita e penso
400che perduta una volta
 non si riacquista mai.
 E delle donne ve ne sono assai.
 Cetronella
 Va’; di me non sei degno.
 Poponcino
 È finito ogni impegno.
405Non voglio con colui qualch’altro intrico.
 Non son parente e non chiamarmi amico.
 
    Pazzi quelli che per donne
 vanno a farsi sbudellar.
 Io le donne voglio amar
410ma con pace e sanità.
 
    Non mi preme questa o quella;
 ogni donna mi par bella,
 occhi belli come quelli
 ve ne sono in quantità. (Parte)
 
 SCENA XIII
 
 CETRONELLA sola
 
 Cetronella
415Ah temerario, indegno,
 mi disprezzi così? Così favelli?
 Vi son degl’occhi belli in quantità?
 Sì ma un cor come il mio non vi sarà.
 Vanne, ricerca e prova.
420No che un cor non si trova
 fedele come il mio, schietto e sincero;
 quando amor mi colpisce, amo davvero.
 
    Se talun mi dice bella,
 non lo curo e non gli credo.
425Nello specchio non mi vedo,
 non coltivo la beltà.
 
    Ma quand’amo e dico sì
 non mi fan più dir di no.
 Son fedel sempre così
430e amorosa ognor sarò.
 
    Maledetto! Disgraziato!
 «Occhi belli come quelli
 ve ne sono in quantità!»
 Cor indegno! Cor ingrato!
435Questi occhietti poveretti
 sono tutti fedeltà. (Parte)
 
 SCENA XIV
 
 Campagna rustica di Calimone.
 
 CELIDORO che dorme sopra un sasso e DORINA
 
 Dorina
 Chi è mai questi che dorme? Il padre mio
 l’ha qui condotto. Ha seco
 più d’un’ora parlato.
440Poi restando qui sol si è addormentato.
 Ha un’idea che mi piace
 e tosto che di lui viddi l’aspetto,
 dentro di me gl’ho concepito affetto.
 Parmi di sentir gente...
445È il principe Ruggiero.
 Oh davvero, davvero... Son qui sola...
 Che cosa gli dirò?
 Ho soggezione... Me nasconderò. (Si ritira)
 
 SCENA XV
 
 RUGGIERO e detti
 
 Ruggiero
 Eccolo; è solo e dorme.
450Fui a tempo avvisato.
 Se liberollo il fato
 dalla carcere sua, colla mia mano
 riparerò l’ingiurie della sorte
 e dal sonno passar farollo a morte. (Caccia la spada per ucciderlo)
 Dorina
455Ahimè! (Manda un grido, non veduta da Ruggiero)
 Ruggiero
                   Qual voce è questa?
 Folle timor m’arresta,
 pera il nemico e cada.
 Dorina
 Svegliatevi, signor. (Scuote Celidoro e si ritira)
 Celidoro
                                       Lascia la spada. (S’alza, s’avventa a Ruggiero e lo disarma)
 Tu morirai... Ma prima
460dimmi, qual rio furore
 a voler la mia morte,
 barbaro, ti spronava?
 Ruggiero
                                          (Iniqua sorte!)
 Celidoro
 Non rispondi? Morrai...
 
 SCENA XVI
 
 CALIMONE e detti
 
 Calimone
                                              Fermate. (L’arresta)
 Celidoro
                                                                 Indegno... (Contro Ruggiero)
 Ruggiero
 Colui non fuggirà sempre il mio sdegno. (Parte)
 Celidoro
465Quel perfido chi è?
 Calimone
                                      Non lo conosco.
 Sarà qualche assassino.
 (Di Ruggiero prevedo il rio destino).
 Celidoro
 Lo troverò. Ma chi dal sonno mio
 a tempo mi destò?
 Dorina
                                     Son stata io. (Scoprendosi)
 Calimone
470Tu lo salvasti? (A Dorina)
 Dorina
                              Io, padre,
 vidi mentre ei dormiva
 al petto del meschin vibrar l’acciaro.
 Io feci al viver suo schermo e riparo.
 Calimone
 (Santa madre natura,
475tu non favelli invano.
 Ha salvata la vita al suo germano).
 Celidoro
 Cara, il mio cor v’adora...
 Poss’io sposarla? (A Calimone)
 Calimone
                                   È troppo presto ancora.
 Celidoro
 Basta, basta... Tu sei vezzosa e bella.
 Calimone
480(Egli ancora non sa ch’è sua sorella).
 Dorina
 Oimè, quando ho veduto
 quel barbaro crudele
 in atto allora di ferirvi il petto
 intesi un certo affetto,
485misto in seno di sdegno e di paura.
 Calimone
 (Tutt’opra della gran madre natura).
 Dorina
 E mi augurai la forza
 aver pari allo sdegno,
 per trafiggere il cor di quell’indegno.
 
490   Avete nel viso
 un certo non so che
 che un caldo improvviso
 ha risvegliato in me.
 
    Un certo ignoto affetto
495mi fa provar pietà,
 lo prova il cor nel petto
 ma intenderlo non sa. (Parte)
 
 SCENA XVII
 
 CELIDORO, CALIMONE
 
 Celidoro
 Dunque di scellerati è pieno il mondo?
 Ah perché non m’ascondo
500entro la torre antica,
 dove solo i miei dì finor passai?
 Calimone
 Fareste bene assai
 a starvene colà cheto e raccolto.
 Celidoro
 Ma colà non vedrei di donna il volto.
 Calimone
505(È vero; chi principia
 le donne a rimirare con diletto
 non le sa, non le può staccar dal petto). (Parte)
 
 SCENA XVIII
 
 CELIDORO, poi RUSPOLINA, poi CETRONELLA
 
 Celidoro
 Dunque figlio son io di nobil padre?
 Dunque ricco son nato
510ed a me si conviene un principato?
 Ma Calimone ancora
 tutto non mi narrò. Vuo’ che mi dica
 dov’è lo stato mio,
 quali son gl’inimici e chi son io.
515Ah chi sa che colui non sia l’indegno
 che mi usurpa i miei beni e la mia morte
 scellerato procura?
 Se lo trovo ammazzar lo vuo’ a dritura. (Correndo con la spada alla mano s’incontra in Ruspolina)
 Ruspolina
 Ahimè!
 Celidoro
                  Bella, perdono.
520Depongo il ferro e vostro schiavo io sono. (Getta la spada)
 Ruspolina
 (Che bizzara fierezza!)
 Celidoro
 (Che vezzosa bellezza!)
 Ruspolina
                                             E cosa avete
 che vi vedo infuriato?
 Celidoro
 Voi avete il mio cor vinto e placato.
 Ruspolina
525(Affé non mi dispiace).
 Celidoro
                                             (E questa ancora
 come l’altra mi piace e m’innamora).
 Dite; avete parenti?
 Ruspolina
                                        Signor no.
 Celidoro
 Dunque vi sposerò più facilmente.
 Ruspolina
 Che dite di sposare! Io non so niente.
 Cetronella
530(Che vedo? Ruspolina e Celidoro?)
 Celidoro
 Venite mio tesoro. (A Cetronella)
 Venite qui da noi.
 Cetronella
 State bene con lei.
 Celidoro
                                    Voglio ancor voi.
 Ruspolina
 Signore, io non intendo
535di oltraggiare l’amica.
 Cetronella
 Io non vuo’ che si dica
 che disturbi a nessun le gioie sue.
 Celidoro
 Ma se voglio sposarvi tutte due.
 Cetronella
 Che stile! (Con sprezatura)
 Ruspolina
                      Che parlar.
 Cetronella
                                             Che villania.
 Ruspolina
540Se avete tai pensieri andate via.
 Celidoro
 Ho parlato sì mal?
 Ruspolina
                                     Male malissimo.
 Cetronella
 Voi siete in queste cose ignorantissimo.
 Celidoro
 Vi domando perdono.
 Eruditemi voi, care bellezze,
545e lasciatevi far delle carezze.
 Cetronella
 Insolente!
 Ruspolina
                      Immodesto!
 Cetronella
 Colle fanciulle non si fa così.
 Ruspolina
 Non si fan le carezze il primo dì.
 Celidoro
 Per carità, figliuole,
550insegnatemi voi cosa far deggio
 per piacervi una volta e non sdegnarvi.
 Ruspolina
 Via; vi voglio instruir.
 Cetronella
                                           Voglio insegnarvi.
 Ruspolina
 Cetronella sediamo.
 Cetronella
 Sediamo ed ascoltate.
 Celidoro
555Care, son qui da voi. Su via parlate.
 Cetronella, Ruspolina a due
 
    Amar senza modestia
 è un far l’amor da bestia.
 Vi vuole con l’affetto
 rispetto e civiltà.
 
 Celidoro
 
560   Per voi sarò amoroso,
 modesto e rispettoso.
 Abbiate del mio foco
 un poco di pietà.
 
 Ruspolina
 
    Si può far un vezzetto. (Ai loro gesti amorosi Celidoro si sente ardere)
 
 Cetronella
 
565Si può far un risetto.
 
 Ruspolina, Cetronella a due
 
 Si può con tenerrezza
 mirar e sospirar.
 
 Celidoro
 
    Mie belle pastorelle
 abbiate carità. (Vorrebbe abbraciarle)
 
 Ruspolina
 
570   Modestia.
 
 Cetronella
 
                         Rispetto.
 
 a due
 
 Affetto e civiltà.
 
 Celidoro
 
    Compatite l’ignoranza,
 io non so d’amar l’usanza.
 
 Cetronella, Ruspolina a due
 
 Ascoltate ed imparate.
575All’amor così si fa.
 
 Ruspolina
 
    Caro bell’idol mio. (Con tenerezza)
 
 Cetronella
 
 Piena d’amor son io.
 
 Ruspolina
 
 Unico mio tesoro.
 
 Cetronella
 
 Per te languisco e moro.
 
 a due
 
580Abbi di me pietà.
 
 Celidoro
 
    Aimè non posso più,
 mi sento venir su
 dal cor un certo caldo,
 non posso più star saldo,
585il mal crescendo va. (Siede, mostrando di abbraciarle)
 
 Ruspolina, Cetronella a due
 
 Modestia e civiltà.
 
 Celidoro
 
 (Or ora se ne va).
 
 Ruspolina
 
    Occhi furbetti.
 
 Celidoro
 
 (Non posso più).
 
 Cetronella
 
590Cari labretti.
 
 Celidoro
 
 Non posso più.
 
 Ruspolina, Cetronella a due
 
    Sì gioia mia.
 Ti voglio amar.
 
 Celidoro
 
    Chi può star saldo stia (S’alza)
595ch’io non ci posso star.
 
 Ruspolina
 
    Modestia.
 
 Celidoro
 
                         Non si può.
 
 Cetronella
 
 Rispetto.
 
 Celidoro
 
                    Se ne va.
 
 Ruspolina, Cetronella a due
 
 Rispetto e civiltà.
 
 Celidoro
 
 Un poco di pietà.
 
 Fine dell’atto primo